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Il Racconto
La villa fu edificata nel ‘600, dal Conte Giuseppe Resta, facoltoso esponente di una delle più importanti famiglie milanesi.
I nobili proprietari, fino ai primi del ’900, usavano trascorrere in questa villa i loro momenti di svago, oltre a quelli dedicati alla cura dei loro grandi possedimenti agricoli e immobiliari in loco.
Trasformata in “impropria” filanda fu comunque protagonista dello sviluppo economico del paese e delle famiglie che qui trovarono occupazione e benessere.
Mille storie di vita, lavoro, sacrificio e ricchezza, racconti e leggende che si percepiscono semplicemente passeggiando sulle antiche mattonelle in cotto lombardo, salendo, come nobili cavalieri lo scalone monumentale e ammirando decori e affrIeschi.
Gli Artisti
La villa fu progettata nella prima metà del 1600, su incarico di Carlo Resta, padre di Giuseppe, da Francesco Maria Richini, il più importante architetto lombardo autore della rinomata Pinacoteca di Brera e delle più prestigiose Ville del milanese.
Il recupero dal rudere degli anni ’70 è frutto di un “piccolo miracolo” ad opera di Loris Mari, che, rapito dalla bellezza nascosta, seppe gettare il cuore oltre l’ostacolo e portare a termine un’impresa che tutti dicevano impossibile.
Rappresenta ancora oggi un esempio quasi intatto del barocco lombardo, dove l’occhio viene rapito dal grande equilibrio dei volumi e delle forme. La sala affrescata dal “Nuvolone”, sebbene deturpata dall’uso dei macchinari della filanda, racconta in modo eloquente lo stile di vita dei Resta.
La Regina
La villa fu progettata nella prima metà del 1600, su incarico di Carlo Resta, padre di Giuseppe, da Francesco Maria Richini, il più importante architetto lombardo autore della rinomata Pinacoteca di Brera e delle più prestigiose Ville del milanese.
Il recupero dal rudere degli anni ’70 è frutto di un “piccolo miracolo” ad opera di Loris Mari, che, rapito dalla bellezza nascosta, seppe gettare il cuore oltre l’ostacolo e portare a termine un’impresa che tutti dicevano impossibile.
Rappresenta ancora oggi un esempio quasi intatto del barocco lombardo, dove l’occhio viene rapito dal grande equilibrio dei volumi e delle forme. La sala affrescata dal “Nuvolone”, sebbene deturpata dall’uso dei macchinari della filanda, racconta in modo eloquente lo stile di vita dei Resta.
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